venerdì 27 novembre 2009

Schema riassuntivo modulo 3: "Il mestiere dell'intellettuale nel Rinascimento

Unità didattica 1:
Il nuovo principe rinascimentale e il ruolo dell'intellettuale cortigiano

Chi? 
  • Baldassar Castiglione, Il Cortegiano (pp. 157-161)
  • Giovanni della Casa, Il Galateo (pp. 162-165)
Dove?
  • Le corti di Mantova e Urbino
Cos'hanno detto?
  • Castiglione propone un modello prettae
  • Con Della Casa, invece, assistiamo al declino della funzione pedagogica dell'intellettuale sul principe

Quale genere letterario hanno scelto?
Il genere letterario prescelto è il trattato sul comportamento. In particolare questo genere assume la forma del dialogo. Chiaro è il riferimento ai dialoghi platonici (Platone, tra l'altro è il filosofo più studiato in questo periodo). Il dialogo, inoltre, permette di confrontare punti di vista diversi, mostra come si supportano le opinioni, come si possa confutare quelle altrui: in sostanza mima la costruzione della conoscenza e della verità, in un'ottica che potremmo definire maieutica. Non va inoltre dimenticato che, attraverso il dialogo, il lettore diventa partecipe della conversazione, come se essa si svolgesse in sua presenza.
cfr. pp. 150-152
Quali concetti sono fondamentali?
Sprezzatura: cfr. T pag. 158-161



Unità didattica 1:
L'intellettuale di fronte al potere e alla storia

Chi?

  • Niccolò Machiavelli
    • Lettera a Francesco Vettori  (pp. 358-364). In essa ci viene fornito un ritratto genuino dell'umanista Machiavelli
    • Il Principe -1532,  (pp.366-377)
    • Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio (pp. 366-377)
    • Istorie fiorentine (pp. 415-416)
  • Francesco Giucciardini (pp.466-68)
    • I Ricordi (pp. 469-72)
    • Storie d'Italia (490-91)
Dove?
  • Firenze
Cos'hanno detto?
    Machiavelli si interessa in particola modo alla situazione politica italiana. Le sue opere politiche cercano di definire la figura del buon principe e del buon governo. Il suo modello di intellettuale si ispira fortemente all'intellettuale umanista, autonomo e dedito soprattutto alle problematiche civili. Fervente repubblicano non mancò tuttavia di vedere la realtà, "verità effettuale" l'avrebbe chiamata lui, della situazione politica italiana. Nasce così il Principe, trattato realista e a tratti spregiudicato sulla figura del buon monarca. Con quest'opera Machiavelli definisce gli ambiti d'azione della politica, distinguendoli da quelli della morale. La sua analisi si basa sulla "verità effettuale" e sull'"esperienza delle cose moderne" e la "continua lezione delle antique" ed ha come presupposto filosofico l'immutabilità della natura umana (naturalismo).
    Machiavelli considera la storia magistra vitae; essa fornisce esempi e modelli che l'uomo può imitare. In sostanza, la conoscenza della storia passata ci fornisce le chivi di lettura e le regole di comportamento per l'azione politica.
    In questo contesto ideologico si inserisce anche la Fortuna, cioè la cieca irrazionalità che limita e sconvolge l'azione umana; secondo il Cancelliere fiorentino, sostenitore della visione eroica dell'uomo, è possibile opporsi alla fortuna sfruttando la virtù (la virtus latina), la razionalità, l'energia individuale.

    Guicciardini, ancor più pessimista di Machiavelli per quanto riguarda la concezione della natura umana, tuttavia mostra, rispetto al suo concittadino, un maggiore realismo nell'osservare la realtà italiana contemporanea.
    La sua visione della storia differisce da quella di Machiavelli; Guicciardini, infatti, vede nella storia un processo lineare, e non circolare. Ciò significa che la storia non si ripete, che ogni evento ha la sua peculiarità (particulare).
    Questa concezione implica, quindi, che non sia possibile dedurre delle "leggi universali" che possano indicare la via giusta per raggiungere uno scopo, deducibili dall'"esperienza delle cose moderne" e dalla "costante lezione delle antique"; anzi, al contrario, l'autore vede gli eventi interamente dominati dalla fortuna. Ciascuna situazione, di conseguenza, è unica,  irripetibile, caotica. L'uomo è in grado di distinguere un caso da un altro grazie all'esperienza e alla discrezione. Da questa visione disordinata della storia nasce anche la scelta del genere dei Ricordi: l'aforisma permette di condensare, in una forma breve, incisiva e densa di significati, un frammento di realtà, della quale non è possibile comprendere il disegno generale, ma solo aspetti particulari.
    Con lui, inoltre, nasce un moderno metodo storico (così come con Machiavelli è nata la scienza politica)

Quale genere letterario hanno scelto?
Il Principe: si tratta di un trattato politico; in generale possiamo ascriverlo alla trattatistica sul comportamento, da tenere ben distinto dai vari specula principis elaborati fino a quel momento, benchè in esso sia assente la formula dialogica.

Con la Storia d'Italia Guicciardini inaugura la moderna storiografia.
Quali concetti sono fondamentali?
Machiavelli
Lo stile dilemmatico: cfr. pp. 377 e T.2 p. 380-81. Sullo stile cfr. anche T.1, p. 378-79); stile persuasivo: T.9 pp. 399-403; stile aulico-latineggiante: cfr. T. 10 p. 407-409
Verità effettuale: cfr. T.1 pp. 378-79 (esperienza della realtà concreta, come già nella Lettera a Vettori) e soprattutto T.5 pp. 386-88)
Virtù e fortuna: cfr. pp. 394-398 (ricordati le due metafore, del fiume e della donna, per spiegare cosa sia la Fortuna); cfr. anche T.6 pp.389-391 (metafore di ambito animale per spiegare quale deve essere la natura del principe)
Concezione della storia: considerando il fatto che Machiavelli crede nell'immutabilità della natura umana (nonchè della sua malvagità, cfr. pp.389-391), è evidente come per lui la storia si debba ripetere in maniera ciclica, tanto che sarebbe possibile applicare il principio di imitazione anche alla politica (che altro non è che storia contemporanea) e non solo alle arti. Cfr. T10 pp. 407-9

Giucciardini
Natura umana: T4-5-6 pp. 482-89 (l'uomo nei suoi particulari aspetti)
Concezione della storia:  T1473-475; T.7 pp. 491-96

Discrezione: T1 pp. 473-75
Fortuna: T2 pp. 476-77

 

 
Unità didattica 3:

L'intellettuale cortigiano rivendica la sua autonomia


Chi?

  • Ludovico Ariosto (pp. 244-247)
    • Satire (pp.250-51)
    • Orlando Furioso (pp.255-271)
Dove?
  • Corte di Ferrara
Cosa dice?
    Ariosto rivendica l'autonomia dell'intellettuale come valore supremo e dimostra, in questo suo atteggiamento, una concezione molto moderna dell'indipendenza del mondo della cultura dagli imbrogli del potere.
    Troviamo inoltre, nella Satira, l'ennesimo esempio di vita ideale proposta dal Rinascimento, con l'elogio dell'otium.
 
Quali generi?
    Ariosto recupera la satira latina, in particolare il modello oraziano e la sua struttura dialogica. Del ruolo del dialogo nella letteratura rinascimentale abbiamo già detto; qui notiamo come il recupero di un genere strettamente latino si ricollega a quel culto per la cultura classica che è tipica del Rinascimeto.
    L'opera maggiore dell'Ariosto, l'Orlando Furioso, è un testo epico, con caratteristiche peculiari che vedremo nel modulo dedicato a questo genere letterario.
 
In quali testi?
Satira, III: cfr. T1 pp. 251-254
Orlando Furioso: testo in fotocopia

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